Siamo nel cuore della Val di Cornia, a Campiglia Marittima.
Nel
colle prospiciente il borgo si trova la splendida Pieve di San Giovanni, al
centro del cimitero monumentale.
Alle sue spalle, verso il mare, lo sguardo si spinge fino al
promontorio di Populonia e all’isola d’Elba, mentre sul versante opposto si
trova il borgo di Campiglia, sovrastato dalle possenti mura della Rocca.
La Pieve di San Giovanni a Campiglia Marittima |
La Pieve, recentemente restaurata e indagata
archeologicamente, risale alla seconda metà del XII secolo, anzi per la
precisione al 1173, come testimonia un’iscrizione leggibile sul muro della
facciata, che riporta anche il nome di un tale Matteo, architetto o
responsabile dei lavori.
La semplicità architettonica dell’edificio, arricchita dalle
incredibili sfumature di colore della pietra calcarea con il quale è costruito,
fa risaltare i pochi elementi di decorazione architettonica, come l’arco
bicromo e i due rosoni traforati della facciata.
Facciata della Pieve |
Un'altra piccola perla di questo scrigno di bellezza è sicuramente il portale laterale. Qui, nell'architrave in marmo sono finemente scolpite scene di caccia
al cinghiale che vogliono simboleggiare la sconfitta del male ad opera del
Cristo.
La decorazione del portale laterale |
Tuttavia, uno degli aspetti sicuramente più curiosi e affascinanti
è rappresentato da un’iscrizione presente su una delle pareti esterne, appena
sotto la falda del tetto.
Si tratta del famoso "Quadrato magico",
ovvero una frase palindroma che rientra a pieno titolo tra le iscrizioni più
enigmatiche della storia dell'epigrafia.
Il testo, allineato su tre righe, contiene le seguenti parole:
SATOR
AREPO
TENET
OPERA
ROTAS
Il Quadrato si ritrova in molti edifici d'Italia e d'Europa, e gli esemplari più antichi ad oggi conosciuti sono stati rinvenuti nella città di Pompei, sepolta dall'eruzione del Vesuvio dell'agosto del 79 d.C.
Chi tra gli studiosi ha creduto di vedere un'origine cristiana del simbolo ha ottenuto, dall'anagramma della frase, le parole Pater Noster ripetute due volte che possono incrociarsi al centro. Avanzerebbero inoltre due A e due O, ovvero due Alfa e due Omega, che potrebbero rappresentare l'Inizio e la Fine di tutto.
Nonostante il fascino e l'alone di mistero che questa iscrizione continua a racchiudere in sè, nessuno studioso è giunto ad ipotizzarne una traduzione di senso compiuto.
Forse proprio perchè non esiste....
Infatti, al di là delle possibili interpretazioni razionali, il Quadrato aveva assunto, nel corso del Medioevo, un senso apotropaico, come una formula, un vero e proprio scioglilingua, che difendeva gli uomini e le loro case da malattie, incendi e terremoti.
Contributo di Alessandro Fichera