È una vecchia immagine in
bianco e nero, leggermente sgranata, e l’uomo ritratto ha una folta barba e
baffi arricciati all’insù, come andava di moda all’epoca.
Siamo alla fine del 1800 e l’uomo della foto ha un nome che risuona importante per gli studiosi di Archeologia dell’Architettura. Era nato a Lisbona nel 1839 e si era trasferito a Genova nel 1854, abbandonando l’attività mercantile e dedicandosi alle arti figurative e all’architettura. Il suo nome era Alfredo Cesare Reis Freira de Andrade, meglio conosciuto come Alfredo D’Andrade, e dal suo eclettico interesse per le tematiche dell’architettura medievale, del restauro e della salvaguardia sarebbe nato il progetto del Borgo Medievale, un castello piemontese del XV secolo da realizzare in occasione dell’Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884, sulle rive del fiume Po.
Un castello con le sue case, le sue botteghe e le sue attività artigianali, come il vasaio, la tessitrice, il falegname, il fabbro e la taverna.
Alfredo D'Andrade (da www.borgomedioevaletorino.it) |
Siamo alla fine del 1800 e l’uomo della foto ha un nome che risuona importante per gli studiosi di Archeologia dell’Architettura. Era nato a Lisbona nel 1839 e si era trasferito a Genova nel 1854, abbandonando l’attività mercantile e dedicandosi alle arti figurative e all’architettura. Il suo nome era Alfredo Cesare Reis Freira de Andrade, meglio conosciuto come Alfredo D’Andrade, e dal suo eclettico interesse per le tematiche dell’architettura medievale, del restauro e della salvaguardia sarebbe nato il progetto del Borgo Medievale, un castello piemontese del XV secolo da realizzare in occasione dell’Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884, sulle rive del fiume Po.
Manifesto dell'Esposizione Generale Italiana in Torino 1884. Cromolitografia su disegno di Francesco Gamba. (Archivio Storico Amma, Torino) da www.comune.torino.it |
Un castello con le sue case, le sue botteghe e le sue attività artigianali, come il vasaio, la tessitrice, il falegname, il fabbro e la taverna.
Il 12 dicembre 1882 fu posata
la prima pietra della Rocca e, circa 6 mesi dopo, fu la volta della prima
pietra del Borgo. Il 27 aprile 1884, alla presenza di Umberto e Margherita di
Savoia, fu inaugurato il Borgo.
Il progetto racchiudeva in sé, in maniera piuttosto anticipatoria per l’epoca, finalità di carattere didattico e di tutela del patrimonio storico-artistico e culturale del Piemonte e della Valle d’Aosta, oltre che un’attenzione molto forte per il patrimonio monumentale di epoca medievale.
La costruzione fu preceduta da
una ricerca filologica molto scrupolosa e, al termine dei lavori, solo la Rocca
e altre due abitazioni furono effettivamente costruite, mentre il resto era
poco più di una scenografia teatrale.
Il Borgo visse alterne vicende di fortuna di pubblico e di feroci critiche da parte di coloro che lo etichettarono come un “falso storico” o come un luna park del Medioevo.
Per concludere un dato al quale forse dovremmo prestare attenzione. Stando ai dati riportati sul sito del Borgo, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso il sito divenne sede di manifestazioni culturali di vario tipo e oggi conta circa 500 mila visitatori l’anno, 50 mila dei quali si spingono anche nella zona a pagamento.
Perchè vi racconto questa storia? Mi ci sono imbattuto come archeologo specializzato nello studio delle Architetture medievali, quindi conoscitore dell'opera di D'Andrade, e come coordinatore del progetto Medioevo in corso.
Il progetto di D'Andrade era estremamente all'avanguardia per un'epoca in cui il Medioevo, e le sue fortificazioni, stentavano ancora a liberarsi da uno stereotipo di carattere neo-gotico. Ad oggi i nostri Parchi archeologici e i nostri Musei faticano ad attirare e coinvolgere il loro potenziale pubblico e in Italia non sono molti gli esperimenti di valorizzazione e promozione del patrimonio monumentale basati sulla ricostruzione filologica di contesti abitativi. Eppure i risultati in termini di coinvolgimento del pubblico parlano abbastanza chiaramente. Basti pensare ad esempio al successo del Castello di Guedelon in Francia di cui però vi parlerò un'altra volta.
Contributo di Alessandro Fichera
Veduta della Rocca (da www.pinterest.com/borgomedievalet/) |
Il Borgo visse alterne vicende di fortuna di pubblico e di feroci critiche da parte di coloro che lo etichettarono come un “falso storico” o come un luna park del Medioevo.
Per concludere un dato al quale forse dovremmo prestare attenzione. Stando ai dati riportati sul sito del Borgo, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso il sito divenne sede di manifestazioni culturali di vario tipo e oggi conta circa 500 mila visitatori l’anno, 50 mila dei quali si spingono anche nella zona a pagamento.
Perchè vi racconto questa storia? Mi ci sono imbattuto come archeologo specializzato nello studio delle Architetture medievali, quindi conoscitore dell'opera di D'Andrade, e come coordinatore del progetto Medioevo in corso.
Il progetto di D'Andrade era estremamente all'avanguardia per un'epoca in cui il Medioevo, e le sue fortificazioni, stentavano ancora a liberarsi da uno stereotipo di carattere neo-gotico. Ad oggi i nostri Parchi archeologici e i nostri Musei faticano ad attirare e coinvolgere il loro potenziale pubblico e in Italia non sono molti gli esperimenti di valorizzazione e promozione del patrimonio monumentale basati sulla ricostruzione filologica di contesti abitativi. Eppure i risultati in termini di coinvolgimento del pubblico parlano abbastanza chiaramente. Basti pensare ad esempio al successo del Castello di Guedelon in Francia di cui però vi parlerò un'altra volta.
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