martedì 22 aprile 2014

Ugolino della Gherardesca e la Torre di Donoratico

....la bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di retro guasto...

inizia così uno dei canti più celebri e cruenti della Divina Commedia di Dante Alighieri dove, nel XXXIII canto dell'Inferno, si narra la triste storia di Ugolino della Gherardesca, conte di Donoratico ed esponente di spicco della fazione ghibellina nella Toscana del Duecento. 


Una delle splendide incisioni di Gustave Dorè.

Le intricate vicende politiche legate al controllo della città di Pisa avevano portato l'Arcivescovo Ruggieri a imprigionare Ugolino, assieme a due figli e due nipoti, in quella che da quel momento prese il nome di Torre della Fame, per lasciarli morire.

Uno dei castelli più noti per essere legati al nome della famiglia Della Gherardesca è sicuramente la Torre di Donoratico, situata a pochi chilometri da Castagneto Carducci, in provincia di Livorno.


Le torri che ancora oggi svettano sulla collina del castello di Donoratico.

Gli scavi archeologici che il Dipartimento di Archeologia dell'Università di Siena ha portato avanti tra il 2000 e il 2010 hanno portato alla luce una complessa realtà insediativa che affonda le sue radici nel IV secolo avanti Cristo, quando sulla collina esisteva una fortezza per il controllo del litorale costiero. Si conservano importanti testimonianze anche in relazione alla fase di occupazione romana prima e altomedievale poi, quando il castello era legato alla monastero di San Pietro in Palazzuolo, nei pressi di Monteverdi Marittimo.

In epoca altomedievale gli scavi archeologici hanno mostrato come il villaggio fosse ancora composto da capanne di legno, prima di essere trasformato in un castello di pietra, attorno al X secolo d.C.

Del castello in pietra restano oggi imponenti e monumentali evidenze, come la cinta muraria, una delle porte di accesso e la particolare chiesa con due absidi che si trova nella parte signorile. 


Porta delle mura di cinta che guarda verso Castagneto Carducci.

Tra la fine del XV e il XVI secolo il castello fu abbandonato e destinato a scomparire tra i lecci che ancora oggi lo avvolgono e lo rendono un luogo affascinante e misterioso.

Il 25 Aprile 2014, in occasione della Festa della Liberazione, gli archeologi e le guide di Coopera vi guideranno alla scoperta delle infinite meraviglie che 10 anni di indagini archeologiche hanno riportato alla luce.

Vi aspettiamo!


Contributo di  Alessandro Fichera

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